Lo studio di Marisa Volpi. Arte, critica, scrittura

Dal 20 aprile al 15 maggio 2017 il Mlac ha raccontato in una mostra la figura della storica e critica d’arte e grande scrittrice Marisa Volpi, a due anni dalla sua scomparsa. Nelle tre settimane di apertura, si è potuto rivedere in parte il suo studio, con alcune opere a lei care, foto, carte e una selezione dei suoi libri.

Lo “Studio”

Lo studio di Marisa Volpi è un luogo del pensiero e la testimonianza di uno stile. Lo stile è quello del design moderno e minimale: un tavolo Saarinen ovale, le sedie Breuer, la lampada Arco di Castiglioni, un tappeto sardo, in un salone luminoso all’ultimo piano di un palazzo in via Panama, a Roma. Il pensiero è quello che si è esercitato giorno dopo giorno in quello spazio, fra i cataloghi d’arte, le opere degli artisti, le risme di fogli per i saggi e i quaderni neri su cui Marisa Volpi scriveva le prime versioni dei suoi racconti e dei diari.

La mostra
La mostra al Mlac di Roma, a cura di Antonella Sbrilli, Maria Stella Bottai, Michela Santoro, ha avuto come fulcro la ricostruzione parziale di questo ambiente e il tavolo bianco a sua volta ne è il centro. Intorno a questo tavolo, gli ospiti hanno preso letteralmente e idealmente posto per ascoltare i ricordi e le letture e prendere un tè rituale, che unisce presenti e assenti nella continuità dello studio.
Amici e amiche, colleghe e colleghi, artisti, allieve di diverse generazioni, studenti e studentesse hanno animato la sala del Museo Laboratorio d’arte contemporanea, uno spazio arricchito da una selezione di foto storiche dagli anni ’50 agli anni ’90, una scelta di documenti, lettere, appunti autografi, dépliant di mostre diventati rari, manifesti. A ricordare la lunga carriera di Marisa Volpi docente, anche un vecchio proiettore di diapositive con il carrello rotondo, il carrousel che manda a loop le immagini di alcune lezioni-tipo di Marisa Volpi, sul filo delle trasformazioni dell’arte nei due secoli a cui lei si è più dedicata, l’Ottocento romantico, impressionista, simbolista e il Novecento delle avanguardie, dei ritorni all’ordine, dell’Informale, del minimal, del concettuale, dei nuovi ritorni alla figura. La sua voce si sente in un’intervista del 1968 – proveniente da Teche Rai – sul tema dell’happening. Le sue preferenze figurative si vedono nel pannello con le cartoline, gli inviti, i ritagli che lei teneva nel suo studio.

#DisplayMarisa

Le tre settimane sono state animate da giornate di studio e da un capillare rimando sui principali canali social che ha ampliato il bacino d’utenza coinvolgendo il popolo della rete sui temi cari a Marisa Volpi. L’hashtag #DisplayMarisa è stato il filo rosso attraverso cui la mostra ha interagito sia on che off line, ampliando e alimentando il ricordo di questa importantissima figura della storia della critica d’arte e della letteratura italiane.

Marisa Volpi sul web

Per conoscere e approfondire la figura di Marisa Volpi rimandiamo al sito web, fondato da Antonella Sbrilli: www.marisavolpi.it. Per interagire sui social network vi invitiamo a seguire l’account Twitter @artedescritta