Storia

Prima del Museo – premesse

I presupposti da cui nasce il MLAC sono individuabili nell’idea di “didattica aperta” promossa da Nello Ponente (il primo professore di storia dell’arte contemporanea nell’Università di Roma), che si traduce nel far interagire all’interno delle aule universitarie gli studenti con gli artisti, fautori delle più avanzate sperimentazioni. Si vengono così a porre le basi per una conoscenza diretta dell’arte presente, complementare a quella storica e teorica.
Nascono con questo intento, nel 1979 il convegno Al vivo – Comunicazioni di lavoro di artisti contemporanei, promosso da Ponente su progetto di Simonetta Lux, e nel 1982 il Secondo convegno di comunicazione di lavori di artisti contemporanei e la mostra Al Vivo 2 – Generazioni a confronto – omaggio a Nello Ponente, ospitata negli spazi dell’Istituto di Storia dell’Arte. In tale circostanza i luoghi destinati alla didattica si trovano vivificati dalla presenza di opere di artisti italiani e stranieri appartenenti a diverse generazioni. L’eccezionalità dell’occasione fa emergere l’esigenza di uno spazio d’interazione tra l’artista, il suo lavoro e lo studioso, che consenta una piena comprensione dei processi d’ideazione e produzione dell’opera d’arte contemporanea: presupposti che di lì a poco troveranno pieno compimento nella costituzione del Museo Laboratorio.
La sua collocazione presso il Palazzo del Rettorato, nel 1985, viene preannunciata da due esposizioni che celebrano il cinquantenario della città universitaria. Sul catalogo 1935. Gli artisti nell’università e la questione della pittura murale (a cura di Simonetta Lux ed Ester Coen), Antonio Ruberti, Rettore della Sapienza, sottolinea come le iniziative del 1979 e del 1982 abbiano indicato “una linea di impegno che occorre proseguire e sviluppare”. Si decide dunque di assegnare gli spazi che avevano ospitato le due mostre, a luogo permanente destinato all’arte contemporanea, non concepito come un contenitore volto alla presentazione e conservazione dell’opera, ma piuttosto come un laboratorio aperto al confronto diretto tra l’artista, lo studioso e il pubblico.

Storia del Museo Laboratorio di Arte Contemporanea

La storia espositiva del Museo Laboratorio si avvia nel 1987, sotto la direzione di Simonetta Lux, con una mostra dedicata ad Alberto Burri.
Questi primi anni si contraddistinguono per un’attività dal taglio interdisciplinare che porta al susseguirsi di mostre incentrate sul dialogo fra arte contemporanea e altri settori della cultura, con particolare attenzione al mondo della musica d’avanguardia. A tal proposito, importante è la vicinanza al Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza.
Nel 1993 la direzione del MLAC passa a Maurizio Calvesi, il quale coinvolge nell’attività espositiva e laboratoriale del Museo artisti ormai celebri e promesse del mondo dell’arte, affidando ciclicamente la curatela delle mostre a giovani studiosi attivi in ambito romano, divenuti poi nomi affermati. Ad antologiche – inaugurate a cadenza annuale – che ripercorrono l’intera carriera di un autore, esponendo un’attenta selezione di opere ormai storicizzate e di altre più attuali, si affiancano collettive che suggeriscono un confronto tra artisti coetanei, contraddistinti da ricerche diverse. In questi anni vengono realizzati vari lavori ad hoc per lo spazio del Museo, come i due monumentali letti proiettivi di Patella, entrati a far parte della collezione del MLAC. Parallelamente viene proposto un corposo programma di rassegne video, come l’appuntamento annuale del festival Metamorfosi, organizzato in concomitanza con la settimana del cinema europeo d’animazione.
Nel 2000, il MLAC torna sotto la direzione Lux. Da questo momento la programmazione museale si apre ai temi della frammentazione propria del mondo digitale e ai mutamenti delle identità culturali causati dalla globalizzazione e dalla delocalizzazione. Numerose sono le mostre e gli incontri dedicati ad artisti internazionali, molti dei quali provenienti da realtà solo recentemente entrate nell’interesse dalla storia e dalla critica d’arte occidentale. A tale proposito, si sente l’esigenza di proporre agli studenti uno sguardo il più possibile aggiornato sulle tendenze espositive contemporanee, attraverso dei report dedicati a varie Biennali, come quella dell’Avana e di Venezia. Sussiste, parallelamente a questo spiccato interesse per l’iper-contemporaneità, un’attenzione per movimenti e autori più storicizzati.
Nel 2010 la direzione del MLAC passa a Marta Fattori e sul finire del 2012 a Giuseppe Di Giacomo. Nel periodo in cui gli spazi espositivi risultano indisponibili a causa di lavori di ristrutturazione, si sopperisce con l’idea di portare il Museo fuori dalla Sapienza. La collaborazione con prestigiose istituzioni romane quali il Teatro Argentina, il Teatro Eliseo e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea permette di realizzare interessanti rassegne incentrate sul rapporto fra filosofia e arti.
Nel marzo del 2015 il MLAC riprende l’attività espositiva nella sede rinnovata e ridimensionata. Dalla riapertura, proseguendo sotto la direzione di Claudio Zambianchi e quella attuale di Ilaria Schiaffini, si riconferma la consuetudine a coinvolgere gli studenti e ad accompagnare le esposizioni con momenti di approfondimento che si traducono in convegni, tavole rotonde, presentazioni di libri, proiezioni ed eventi musicali.
Negli ultimi anni la programmazione del MLAC dimostra una particolare attenzione nell’approfondimento dei diversi linguaggi della ricerca artistica contemporanea, fra cui la fotografia, la grafica e la street art. Ampio spazio viene dedicato alla proposta di giovani artisti e curatori cercando anche di sollecitare la partecipazione del pubblico mediante laboratori e giornate dedicate all’aperto confronto su temi di stringente attualità, come quella relativa al riordinamento de La Galleria Nazionale di Roma. Lo spazio concesso alla condivisione di diverse opinioni è volto a sollecitare la crescita dello sguardo critico dei partecipanti.