Buggiani, Diamond e Solo: generazioni di Street Art al MLAC

 Il 24 maggio al museo MLAC della Sapienza si è tenuto un incontro con Diamond e Solo due street artist importanti nel panorama di questo movimento in continua evoluzione.

Due stili completamente diversi Diamond sull’art nouveau sulla scia dell’arte di  Keith Haring, mentre Solo ci spiega il rappresentare i “supereroi con superproblemi ”lo fanno in maniera molto amichevole e fieri di farci entrare nel loro mondo.

Solo studia i personaggi dei fumetti la loro vita, le imprese e lezioni di vita da trasmettere poi nel “Muro”. Due stili completamente diversi ma armonizzati dalla loro amicizia.

Interessante quando ci spiegano la preparazione di un “graffito”/murales lo pensano subito per il muro ma lo realizzano in fogli semplici in maniera molto accademica sono precisi e meticolosi.

La committenza non è solo pubblica ma anche privata ci ridono sopra quando fanno riferimento a questo tipo di committenza ci dicono che devono sempre rispettare ciò che chiedono molte volte non  possono fare come vorrebbero.

Vengono chiamati nei festival più importanti,come quello di prima valle tor marancia sono festival autoprodotti,e molti altri anche all’estero; dove si scatenano a suon di pennelli e bombolette spray.

Ho avuto il piacere di  scambiare alcune interessanti opinioni su questa forma d’arte, ancora fin troppo relegata da vicino al concetto di “vandalismo”. A loro ho chiesto se fosse facile seguire questo movimento in Italia e se hanno riscontrato delle difficoltà. A questa domanda la risposta è stata data ad unisono: “E’ molto difficile fare street art in questo Paese in una città come Roma…spesso la politica e l’amministrazione pubblica hanno affiancato alla street-art e alle nostre opere come scopo principale la riqualificazione dei  quartieri in degrado quando noi vogliamo fare arte per essere visibile per tutti e trasmettere qualcosa”.

E’ un messaggio chiaro, forte il loro che trova riscontro nella figura di Paolo Buggiani, street artist disobbediente oltre gli schemi che va al di là dell’ovvietà e di ciò che sembra il quale sta tenendo una mostra intitolata Ricerca per L’intuizione del tempo presso il museo MLAC della Sapienza di Roma nella quale possiamo riscontrare tutte le influenze e diversi periodi che ha attraversato l’artista.

Egli inizia a Roma negli anni cinquanta dove la sua arte era principalmente dedicata alla pittura.

A New York senti la necessità di sperimentare usando altri materiali come il ferro e il metallo ecco per l’artista, come poi è il perno per la street art anche per Diamond e Solo, “fare l’arte bisogna andare oltre non bisogna prendere gli artisti del passato ma bisogna sperimentare ed evolvere l’arte non c’è necessità di copiare” -P.B-

A questo concetto possiamo collegare un’opera emblematica di Buggiani si trova a diventare un performance fa arte nel vero senso della parole si spinge oltre ogni regola come nel “Cavallo di Troia” si trova davanti alla base militare Statunitense dove rischiava di essere arrestato dopo aver lanciato un razzo verso la nave militare e li coglie l’attimo si fa fotografare “l’intuizione del tempo…Fissare l’attimo”

Questo concetto di tempo è riproposto nelle opere coeve. Negli anni settanta fulcro centrale nella sua arte è il fuoco per lui è fondamentale” Senza fuoco non ci sarebbe vita il sole è fuoco è vita certo lo devi conoscere per saperlo maneggiare”-P.B- ci troviamo davanti alle prime performance dell’artista dove agisce nelle strade di New York .

Nelle opere di Bugiani ricorre forte il tema della mitologia la quale è un insieme di desideri e la necessità che questi si realizzino in realtà del bisogno di qualcosa. Ma secondo l’artista si può arrivare a ciò solo se si è liberi  percorrendo una realtà parallela e li puoi essere l‘Icaro infuocato o meglio ancora il Minotauro infuocato e ancora il Cavallo di Troia sopra citato.

Desiderio, mistero, fuoco e ribellione sono alla base per comprendere la figura di Buggiani e le sue opere intrinseche di significati è un artista dinamico sempre in continua evoluzione con tanta enfasi di strafare e di stravolgere l’ordinario anche rimettendo di nuovo le mani nell’opera del passato attraverso plexiglass e la pittura coniugandola con la fotografia.

Il suo tormento, lasciatemi usare questo termine che caratterizza la ricerca di qualsiasi artista, è la continua ricerca che la Street Art possa e deve lasciare un messaggio incisivo e libero a tutti. Essa nasce dalla necessità di dire qualcosa e dal bisogno di esprimersi e vuole essere un’affermazione di quest’arte in un ambiente ostico sovra caricato di canoni classici dove l’artista è in continua affermazione di sé e della sua arte e lo fa liberandosi dallo strapotere delle gallerie e dai canoni imposti nell’arte a volte, come è accaduto a Buggiani, andando fuori dalle regole.

 “Questa è arte fatta in segreto, è arte che si suppone non debba esistere. E’ arte messa in luoghi  dove tutti possono  vederla ,è arte che parla di  problemi seri per dimostrare quanto le cose potrebbero essere meravigliose” J.Holzer


La street art nasce come forma di espressione libera all’interno dei ghetti delle principali suburre degli Stati Uniti e dalla voglia degli artisti di andare contro le gallerie negli anni sessanta e ottanta .Ad essa si associa il movimento Hip Hop, la break dance e i primi scratch con i DJ.

In Italia la street art arriva relativamente tardi rispetto al mondo, sdoganandosi completamente nei primi anni 90 con il graffito della TDK Squad raffigurante il gruppo Hip Hop Articolo 31, che utilizzarono proprio quel pezzo per la copertina di un loro album. Con l’evoluzione  della cultura hip hop, nacquero diversi punti in cui muri rovinati e grigi venivano lasciati “legalmente” dai Comuni come “tele” libere ai writers .

A Roma, in quel periodo, viene creato un elaborato arabesco di colori sulla via Portuense, e viene decorato il sottopasso di San Lorenzo, nel medesimo periodo, viene lasciato libero dal farsi decorare il sottopasso della Stazione Trastevere, susseguente alla morte di Massimo Colonna, aka Crash Kid.

Nei primi anni duemila appaiono  le prime opere sui muri di quartieri più o meno degradati,colorando e decorando parti della città che fino a quel momento erano state più che tralasciate.

Negli ultimi anni è nato anche il progetto GRA Art, dove artisti romani e non, creano vere e proprie opere d’arte, sotto ogni ponte del Raccordo Anulare della Capitale.

Questa vuole essere una  piccola parte di storia della Street Art a Roma e in Italia,un passaggio storico-temporale tra passato e futuro della street-art attraverso le figure di Paolo Buggiani,Diamond e Solo invogliando la gente ad approcciarsi a questa cultura.