Intervista su “L’Università La Sapienza e il quartiere San Lorenzo”

Dal 27 ottobre al 18 dicembre 2021 si è tenuta presso il MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea l’esposizione multimediale L’Università La Sapienza e il quartiere San Lorenzo. Tra storia orale e memoria visiva, a cura di Ilaria Schiaffini con Jean-Marc Caimi & Valentina Piccinni e Alessandro Imbriaco, realizzata in collaborazione con l’ISFCI – Istituto Superiore di Fotografia e con il patrocinio del Municipio Roma II.

In mostra è stato esposto il risultato di un’iniziativa sviluppatasi nel corso del 2021, volta a valorizzare i rapporti tra l’università La Sapienza e il quartiere San Lorenzo, con uno sguardo tanto rivolto al passato e al presente, quanto proiettato al futuro. Il progetto ha previsto diverse attività, tra le quali ricordiamo due workshop fotografici con la partecipazione di studentesse e studenti dell’Università La Sapienza e dell’ISFCI: Album San Lorenzo. Modello per un archivio fotografico di quartiere, e L’Archivio del Futuro. San Lorenzo, le persone e i loro luoghi.

Album San Lorenzo. Modello per un archivio fotografico di quartiere, condotto dal fotografo Alessandro Imbriaco, segue le metodologie che sono alla base della sua ricerca più recente, incentrate sul rapporto tra fotografia vernacolare, identità locale e patrimonio culturale. Il workshop, infatti, ha visto il coinvolgimento diretto degli abitanti del quartiere San Lorenzo, a cui è stato chiesto di condividere le proprie foto, interpretate nell’ambito del progetto come documento storico per la costruzione di un racconto culturale del quartiere.

La ricognizione del materiale è stata attuata dagli studenti e dalle studentesse della Sapienza e dell’ISFC e, grazie alla collaborazione dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), i cittadini coinvolti hanno potuto caricare le foto autonomamente sul portale #scenadaunpatrimonio, in una sezione creata appositamente. Una selezione delle fotografie è stata poi esposta in mostra al MLAC, rendendo possibile scoprire la storia sociale del quartiere tramite ricordi di varia natura: dai momenti gioiosi, come quelli delle feste e celebrazioni, a quelli drammatici legati ai bombardamenti, fino a testimonianze molto personali, come quelle costituite dalle foto di classe.

Particolarmente interessante è un ulteriore svolgimento del racconto storico, reso possibile tramite l’esposizione al MLAC di riproduzioni dei retri di alcune di queste fotografie personali, in cui si ritrovano note e appunti.

L’Archivio del Futuro. San Lorenzo, le persone e i loro luoghi, guidato dal duo fotografico Jean-Marc Caimi & Valentina Piccinni, esprime la grande eterogeneità che caratterizza il quartiere e i suoi abitanti. La vita di San Lorenzo ci viene qui raccontata tramite “categorie” individuate dai partecipanti del workshop, per citarne alcuni troviamo lavoratori, studenti e artisti. Per ogni categoria sono state svolte delle interviste da parte di studenti e studentesse della Sapienza e dell’ISFCI in cui sono stati richiesti agli abitanti del quartiere quali fossero i loro luoghi prediletti di San Lorenzo. Ciascuna delle persone coinvolte è stata dunque ritratta nel posto segnalato. In parallelo è stato documentato anche il luogo in sé. Le testimonianze orali documentate attraverso video-interviste e gli scatti sono poi stati esposti in mostra, dando vita a una vera e propria mappa “antropologica-urbana” del quartiere. Quello che è derivato da questo workshop è dunque un racconto multimediale eterogeneo, specchio del presente, ma, allo stesso tempo, utile per costituire la memoria del futuro.

 

La parola ai fotografi

Per sapere di più a riguardo dell’iniziativa e del suo svolgimento abbiamo chiesto ai fotografi che hanno coordinato i due workshop di raccontarci quale momento del progetto li avesse colpiti di più, e se ci fosse una foto che ritenevano particolarmente significativa.

Per Alessandro Imbriaco è stato entusiasmante conoscere i ragazzi che hanno preso parte al workshop e portare avanti con loro un confronto finalizzato allo svolgimento del progetto. Inoltre, ha trovato particolarmente stimolante avere a che fare con un gruppo di lavoro composto da persone provenienti da ambiti diversi: vi erano infatti studenti e studentesse di storia dell’arte dell’università Sapienza e i fotografi dell’ISFCI. Questa multidisciplinarità si è tradotta fattivamente in competenze e approcci diversi nella lettura delle immagini. Da ciò è scaturito, grande lavoro di collaborazione e integrazione dei due differenti background.

Rispetto alla richiesta di individuare una foto prediletta all’interno del progetto, Imbriaco ritiene che non sia giusto parlare di un singolo scatto, essendo questo un archivio che raccoglie le immagini di un’intera comunità. Per lui, è più interessante osservare, piuttosto, le varie fotografie che sono entrare a comporre l’archivio, riconoscendo a ogni elemento la stessa importanza. Lo scopo del workshop, infatti, punta a una rappresentanza d’insieme.

Il duo composto da Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni è rimasto colpito dalla tenacia degli studenti e delle studentesse coinvolti nel portare avanti il lavoro in un periodo particolarmente difficile, a causa dell’emergenza sanitaria in corso degli ostacoli principali consisteva proprio nell’incontrare le persone: momento fondamentale per il racconto eterogeneo che si voleva restituire del quartiere di San Lorenzo. A loro parere, queste problematiche sarebbero state particolarmente ostiche anche per dei fotografi professionisti, invece i ragazzi hanno mostrato molta volontà e bravura nel perseguire l’obiettivo, fino al suo raggiungimento. Il loro lavoro è stato effettivamente ottimo sia sotto l’aspetto redazionale che fotografico.

Caimi e Piccinni da subito hanno invitato i ragazzi ad accantonare il proprio stampo stilistico e personale, per immergersi completamente nell’ottica di un lavoro d’insieme, per dar vita a un progetto corale. A tal fine hanno dato su come produrre un risultato omogeneo dal punto di vista fotografico e narrativo, nonostante la divisione in gruppi di lavoro. Per loro, dunque, non è importante evidenziare una singola foto significativa, ma il grande risultato d’insieme ottenuto dalla voce dei vari autori.

 

La parola alle studentesse

Come abbiamo già osservato, iI workshop fotografici, si sono svolti nel difficile periodo della pandemia, e grazie al racconto di alcune ragazze direttamente coinvolte nella realizzazione del progetto possiamo capire meglio come questo sia stata affrontato e quale sia stata la risposta degli abitanti nei confronti dell’iniziativa.

Martina Vellerini di Archivio del futuro ci ha raccontato delle difficoltà legate al movimento e al reperimento delle persone. In particolare gli studenti, da sempre componente numericamente importante del quartiere, erano praticamente assenti nel periodo pandemico. Questo ha cambiato e svuotato quasi totalmente gli ambienti universitari, causando un forte senso di mancanza. Una foto che esprime visivamente questo concetto la vediamo esposta, con una ripresa dell’aula Odeion della facoltà di lettere e filosofia svuotata dei suoi frequentatori e segnata dai vari indicatori per il distanziamento sociale. Tuttavia, secondo Martina, la particolare contingenza storica ha dato un carattere di unicità al loro lavoro, caricandolo di nostalgia. Inoltre, per quanto riguarda le reazioni colte da parte degli abitanti coinvolti, Martina ci ha raccontato di una risposta eterogenea da parte quartiere; alcuni abitanti hanno saputo rispondere con entusiasmo, altri con più difficoltà, rivelando diversi gradi di appartenenza e conoscenza del quartiere.

Arianna Antoci di Album San Lorenzo ci ha esposto in particolare le difficoltà nel coinvolgimento degli abitanti di San Lorenzo, fondamentali per il reperimento del materiale fotografico richiesto dal workshop (comprendente foto e album personali). La difficile situazione li ha portati ad un approccio cauto, e sostenuto dall’aiuto di Rolando Galluzzi, personalità nota nel quartiere, e della Presidente del centro anziani Silvia Del Pinto. Grazie a loro sono stati organizzati incontri esplicativi dedicati al progetto, dove sono stati mostrati anche i risultati parziali raggiunti in corso d’opera. Il Covid-19 ha comunque limitato la raccolta fotografica. Rispetto alla partecipazione, anche Arianna ci racconta di una certa molteplicità di atteggiamenti da parte degli abitanti del quartiere, che va dal vivo interesse e dalla massima disponibilità, alla totale noncuranza. Soprattutto le generazioni più anziane si sono rivelate le più entusiaste nel mostrare i loro momenti di vita vissuta legati al quartiere. Un sentimento di disillusione è invece scaturito dal ricordo di altri progetti universitari, soprattutto storici e sociologici, mai arrivati a un’effettiva conclusione. Un certo disinteresse è stato invece notato in coloro che vivevano nel quartiere da poco tempo. Altri sono stati frenati dalla paura del contagio.

La mostra ormai conclusa può definirsi un successo, l’affluenza al museo è stata elevata e a partire dal primo giorno con l’opening e con gli eventi correlati si è notato grande interesse da parte dei visitatori nello scoprire le realtà del quartiere. I racconti e gli abitanti di San Lorenzo sono così entrati a far parte della loro memoria, raggiungendo così l’obiettivo prefissato.